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Precision Golf
21 dic 2016
  ·  Modificato il: 22 dic 2016

Il giocatore non è un robot!

in PUTT: Tecnica

Nei prossimi post mostreremo quali siano i presupposti teorici che giustificano il modo di puttare dei grandi giocatori. Potremo, in un certo senso, identificare il 'segreto' di putt così precisi e consistenti; analizzando traiettoria e timing avremo gli strumenti per consolidare alcune importanti informazioni sull'esecuzione del colpo. La consapevolezza che quanto stiamo apprendendo sia supportata da solide basi matematiche è un'importante motivazione per consolidare la pratica di quanto appreso, aumentando la confidenza e quindi l'efficacia del gioco.

Nel colpo ideale la faccia del putter lascia la posizione a riposo, prossima alla palla e, dopo essersi si caricata nel backswing dell'energia necessaria ritorna ad impattarla nella posizione da cui era partita. Quasi tutti i giocatori, infatti, nella posizione di stance, prima dell'inizio del colpo, tendono a posizionare la faccia del bastone là dove vorrebbero ritornasse al momento dell'impatto.



Il problema nasce nell'attimo in cui si lascia la posizione iniziale. Da quel momento in poi la biomeccanica prende il posto della meccanica. L'uomo ovviamente non è una macchina e quindi non ha ingranaggi, assi di rotazione e pistoni che attivano e dirigono il moto in modo univoco e ripetitivo. Il movimento del corpo umano infatti, è frutto di un insieme di processi biomeccanici e mentali di incredibile complessità. Il più avveniristico dei robot, se confrotato al corpo umano, appare assai rudimentale e primitivo ma tale che, se ben programmato, da non sbagliare un colpo. Una volta impostato ripete il solito movimento all'infinito, fino all'istante in cui si guasta o si spegne. Ma, in quanto organismo rudimentale, non è in grado di affrontare le infinite e imprevedibili circostanze a cui l'essere umano invece sa far fronte. La versatilità biomeccanica e mentale del giocatore umano però, viene pagata in termini di ripetibilità e affidabilità del colpo. Quanto ci proponiamo di fare è schematizzare quanto più possibile la macchina umana intenta nel gesto golfistico, in modo da gestire con consapevolezza i principali aspetti meccanici che sono coinvolti nell'esecuzione di un buon colpo.


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